Armando Ceste nasce a Torino nel 1942; dopo alcune esperienze di cinema underground, insieme a Osvaldo Marini, alla fine degli anni ’70 è tra i fondatori del Collettivo Cinema Militante di Torino. Dalla metà degli anni ’80 ha realizzato numerosi cortometraggi e documentari, alcuni dei quali in collaborazione con l’AAMOD - Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico di Roma, la maggior parte dei quali presentati in anteprima al Torino Film Festival. È stato fondatore e direttore artistico del Valsusa Filmfest, festival cinematografico sui temi della memoria storica e della difesa dell’ambiente; si è occupato inoltre della comunicazione visiva di programmi culturali per musei, associazioni ed enti pubblici. Nel 2000, per la casa editrice Ananke ha pubblicato con Maurizio Poletto un libro dal titolo Storyboard, parole e immagini; questo lavoro ha visto una ricerca/sperimentazione che a partire dai suoi disegni e dalle parole di Poletto li ha portati a vincere il primo premio al Concorso nazionale Garcia Lorca indetto nel 2001 dall'Associazione culturale due fiumi nella sezione poesia edita. Nel 2006, per le EGA - Edizioni Gruppo Abele, ha pubblicato il libro+DVD, Porca miseria. Un viaggio nelle nuove povertà. Nell’aprile 2004 ha inaugurato presso il circolo Amantes di Torino la mostra Terroristen. Nel 2008 è tra i principali promotori del progetto collettivo Walls and Borders; nel dicembre del 2008 riceve dalla Film Commission Torino Piemonte il Premio Torino Set alla Carriera; scompare il 15 aprile del 2009.
Autoritratto di Armando Ceste
«Era il ‘68, ma non lo sapevamo, quando con tre amici abbiamo aperto uno studio, a Torino in una vecchia casa in via San Quintino, che doveva occuparsi di grafica, fotografia, pubblicità ecc... Ho iniziato così questo rapporto "tuttofare", che continua ancora oggi, con l'immagine e la comunicazione. Ben presto però capimmo i tempi e le storie degli anni che stavamo vivendo. Mi ritrovai, insieme ad una gioventù coetanea indocile ed extraparlamentare, a serigrafare manifesti, stampare giornali, opuscoli, volantini, fotografare, filmare, ed altro ancora...
“Per me oggi è più facile fare un film che vivere la vita che vorrei vivere. Se potessi vivere la vita che credo avere il diritto di vivere, penso che non farei dei film o dell'arte...” così filosofeggiava il maestro Jean-Luc Godard... Forse ha ragione, come sempre, anche se (per me) oggi non è più facile fare un film che "vivre sa vie". Meditando sul pensiero del grande vecchio cerco di continuare a lavorare restando leale con le ragioni di quegli anni».